Una casa dai molti mondi
Sulle nebbiose colline di Alto de Las Palmas, nei pressi di Medellín, si staglia una struttura nera dal design sorprendente. A prima vista appare enigmatica, quasi austera. Ma varcata la soglia, la casa rivela uno spazio accogliente e poetico, dove natura, cultura e design convivono in armonia. Non è solo una casa per vivere: è un ambiente che respira, pensato per raccontare l’identità della famiglia che lo abita.

La struttura si articola in moduli distinti, ciascuno leggermente ruotato rispetto agli altri, creando un equilibrio tra privacy e connessione. Uno per ogni membro della famiglia e un modulo centrale dedicato alla vita comune, collegati da corridoi in vetro e percorsi visivi aperti. Questo permette alla casa di sentirsi unitaria, pur rispettando i ritmi individuali.
Abbiamo incontrato Serge Kruppa, proprietario della casa, per scoprire le storie che si nascondono dietro questo capolavoro architettonico e la splendida abitazione creata insieme a sua moglie, la graphic designer Luisa Alzate.

Serge, qual è stata la prima decisione che ha dato il tono a tutto il progetto?
La maggior parte delle persone non ha l'opportunità di progettare una casa da sola nella vita. Volevamo dare il massimo e superare i confini di ciò che è possibile realizzare architettonicamente. Soprattutto, volevamo una casa che incarnasse chi siamo come famiglia, qualcosa di unico e personale. Da qui, molte scelte progettuali sono venute naturalmente. Amiamo la natura e volevamo che la casa fosse parte integrante del paesaggio, non separata da esso – come diceva Frank Lloyd Wright. L’edificio segue il pendio del terreno e funziona come un guscio trasparente, fondendo gli interni con il verde circostante.
Ci sono stati elementi di design a cui inizialmente resistevate ma che poi avete imparato ad amare?
Leggendo le planimetrie non avevamo idea delle dimensioni reali della casa Ciò che sembrava contenuto sulla carta si è rivelato imponente una volta realizzato. Amiamo i soffitti a cattedrale: sono l’opposto della vita in città, dove si vive in piccoli appartamenti squadrati. La geometria della casa ci sorprende continuamente: è sempre affascinante e inaspettata


Come hanno influenzato il progetto i vostri viaggi e l’esposizione a culture diverse?
Le culture svizzera, giapponese e colombiana hanno segnato profondamente le nostre scelte. Sono nato a Ginevra e ho trascorso l’infanzia sulle Alpi. Per me, lo chalet è il simbolo del calore naturale immerso nelle montagne. Il legno viene utilizzato generosamente in queste abitazioni. La sua patina evolve negli anni, assumendo tonalità ricche, scure o grigie. Nello stesso periodo in cui abbiamo acquistato il terreno per la casa, siamo stati in Giappone per il viaggio della nostra vita. Mi sono innamorato del minimalismo e dell’armonia Wabi Sabi degli edifici giapponesi. Di come una crepa in un pavimento in cemento lucido arricchisce invece di diminuire la bellezza. La cultura di entrambi i Paesi è radicata in una materialità consapevole, più interessata a creare serenità che a ostentare oro e cristalli. Il nostro design d’interni ha fuso gli stili svizzero e giapponese con l’energia gioiosa della cultura colombiana. Gli scaffali USM Haller espongono ceramiche di artigiani locali e creano un contrasto con le infinite sfumature di un tappeto tessuto a mano.

Come si è evoluta la casa da quando vi siete trasferiti? Avete apportato modifiche o aggiunte?
La casa è un organismo vivo, in continua evoluzione. Le piante d’appartamento sono cresciute rigogliose: prosperano sia all’interno che all’esterno, nel giardino. L’energia vitale del suolo e del clima tropicale colombiano è sorprendente per qualsiasi europeo. Dopo appena cinque anni, il giardino è irriconoscibile, trasformato in un vero e proprio Eden rigoglioso. Col tempo abbiamo arricchito la casa con opere d’arte: una foto del Cervino del fotografo svizzero Thomas Crauwels, diverse ceramiche create da mia moglie, artista della ceramica, e altro ancora.
Come reagiscono di solito gli ospiti alla prima visita?
Mia moglie è molto attiva nella scena artistica e della moda di Medellín, e gli amici che vengono a trovarci amano immancabilmente il calore e la gioia della casa. Il modulo centrale è un grande spazio sociale, dove mangiare, bere e conversare intorno al fuoco della stufa. L’acustica è spettacolare e la musica risuona magnificamente. Ogni dettaglio contribuisce a creare un’atmosfera accogliente, come in uno chalet svizzero a Natale. Da lontano, la casa appare misteriosa, come un monolite nero. I vicini colombiani hanno sentimenti contrastanti nei confronti della casa: ne sono incuriositi – a volte persone sconosciute scattano foto all’esterno o fanno volare droni sopra di essa. In definitiva, si tratta di un design non convenzionale che suscita reazioni forti: o lo ami o lo odi. Bisogna visitarla di persona per percepirne davvero l’energia positiva, che pervade ogni poro del corpo – un vero colpo di fulmine.

La vostra casa presenta un mix di pezzi vintage e moderni: come avete affrontato l’arredamento degli spazi?
Il nostro punto di partenza è stato costituito da alcuni mobili d’epoca provenienti dalla mia casa in Svizzera, uniti a pezzi raccolti durante una vita di viaggi: tappeti persiani antichi, un tavolo da pranzo di Guanajuato in Messico, persino un armadio con una grande collezione di adesivi degli anni Settanta Alcuni ambienti sono stati progettati sulle dimensioni di questi pezzi: la sala da pranzo accoglie perfettamente il tavolo. L’arredamento ha seguito un approccio a strati: prima sistemare i pezzi vintage, poi aggiungere spazi funzionali in linea con il linguaggio della casa, infine inserire elementi di grande impatto estetico e decorativo. Non ci siamo affidati a designer d’interni né abbiamo imposto uno stile specifico. Volevamo semplicemente amare ogni singolo pezzo d’arredo o opera d’arte che entrava in casa nostra. Mia moglie è stata il cuore di questo processo, portando la necessaria vitalità colombiana all’interior design.
“I pezzi USM creano un filo conduttore estetico che percorre tutta la casa. Dal punto di vista pratico, i mobili USM si adattano perfettamente a qualsiasi spazio e funzione, rimanendo facili da mantenere e sempre splendidi.”
Come avete scoperto USM, cosa vi ha attratto del marchio e come ritenete che si integri con la vostra casa?
Sono nato e cresciuto in Svizzera, quindi possedere pezzi USM Haller è sempre stato un mio sogno. Come gli orologi svizzeri, incarnano una perfezione pratica destinata a durare nel tempo. Un altro vantaggio è la modularità, che ci permette di ordinare e realizzare i mobili esattamente su misura per la casa e la loro funzione specifica. Il risultato è su misura, e le linee essenziali si inseriscono armoniosamente in qualsiasi ambiente moderno. Trovo particolarmente suggestivo il contrasto tra pareti in cemento e rivestite in legno. Per gli ospiti che amano il buon design, i mobili USM Haller diventano subito argomento di conversazione. La nostra unica preoccupazione era essere tra i primi acquirenti del marchio in Colombia e dover affrontare eventuali difficoltà nel montaggio. Fortunatamente non è stato così, anche se abbiamo dovuto chiedere l’aiuto di un amico svizzero-colombiano per assemblare gli elementi più complessi.


Ci sono molti pezzi USM: cosa vi ha convinto a sceglierli per diverse stanze della casa?
I pezzi USM creano un filo conduttore estetico che percorre tutta la casa. Non volevamo sovraccaricare i sensi con stili differenti, ma puntare a coerenza e armonia. USM fa parte della melodia essenziale che sostiene la nostra sinfonia di interior design. Dal punto di vista pratico, i mobili USM si adattano perfettamente a qualsiasi spazio e funzione, rimanendo facili da mantenere e sempre splendidi.
Qual è un piccolo dettaglio della casa, magari inaspettato, che vi porta gioia ogni giorno?
La danza giocosa della luce all’interno della casa nelle diverse ore del giorno e nel corso delle stagioni rivela scorci sempre sorprendenti e affascinanti, trasformandoci in fotografi di architettura dilettanti – soprattutto se c’è un gatto che si crogiola nel campo visivo.
Fotografia: Mateo Soto


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